Saturday, May 15, 2010

Biggest Breasts On Cable Tv

Berlino. Il diario-letterario di Sotera Fornaro continua.


… e poi tutto ricominciò di nuovo, in un nuovo turbine
Di SOTERA FORNARO

Si parte ‘da’ e si parte ‘per’, il secondo è il mio caso. Arrivata nella città della mia interezza, flip through a book of precious things, fragments of painful, love that shines away, love is love and not condemnation - here in the cafe in Damascus, gilt-framed mirrors, stained ceilings and floral, coffee of lager and flames flickering candles in wrought iron, I read Marina, amber in the world, sick absence, sometimes staring at my eyes in strangers eyes, as if: I saw, however: a dream.

Cafe Restaurant 'Max und Moritz', the heart of Kreuzberg, now and a century ago.

It would seem, in my time suspended, to be mild in the spring of 1922: Marina Tsvetaeva, a poet, arrives in Berlin, his daughter by the hand, jealous of a trunk with his manuscripts, leaves rattling thin silver bracelets, allows his intense green eyes to sow the storm, and around, listen to his verses. And she falls in love, he invented his love as it wants, the flood of words and passion, love makes it unreachable and spherical image of pleasure is not reciprocated, the core of absolute pain, because love is the same sick, the 'Love hurts. It 's a hurricane. Marina knows the only way to love, excessively - how to love life at the hour of death.

Love, in the months on the run from Russia to Berlin, has the face and hands of his publisher, married, back: he is afraid. The fear of a man dinanzi all’infinitamente di una donna. La paura di diventare un libro. La paura di non saper vedere, come lei sola sa vedere la vita: cioè mai quale davvero è. Marina trasfigura e brucia e soffoca d’amore. Lui è debole, impari – va via, la lascia nell’aria, nell’assenza impalpabile, nell’attesa incolmabile. Lei soffre – Amare: star male. L’amore fa male. Un ennesimo amore negato. Il corpo resta, ferito. Ma l’ anima vola. Die Seele fliegt.

Io qui leggo, nell’intimità di candele spaventate, ma dalle vetrate: la luna, una luna di scia e di magia, con una stella mercenaria, mi chiama. Chiudo il libro, e mi carezza la perfetta solitudine. Il volo è il dovere dell’ anima.

E poi la strada, profumo lieve di tabacco e dolci al miele, e la striscia tortuosa del fumo di una sigaretta, un pensiero insidioso sfuggito alla trama del ‘sto bene così. Non mi manchi’. La luna maestosa, in un cielo senza nubi, Oranienstrasse la accoglie come fosse l’ allucinata insegna del locale ‘Dalla luna struggente’, dove forse avrei potuto incontrare un’azzurra Nereide emersa dal mare a cercare l’intensità del cielo: in alto.

Ho nostalgia del cielo, e cammino – alle spalle rumore e colorata gente di Kreuzberg, il viale si slarga, dopo Moritzplatz alti castagni e silenzio, la luna curiosa. Ho nostalgia di una nuvola, a letter, something that I know how to pick a time - I would like to hug trees, in the momentum. Waiting for a miracle. Waiting for the miracle that Marina always expected. The wonder is transformation from 'lover' (Die Liebe) in 'popular' (die Geliebte). Luna ironic, and I now resigned to my solitude flawed.

Then it happens. Call me.

answer disbelief as I walk in Oranienstrasse. And suddenly the moon spring.

As in the night, now I dip it in your voice. As in the night, with all my soul now I take your soul. As in the night, this night of nearly full moon, dark moon roofs, moon without ombra alcuna, di luna intontita, stupefatta perché: odo la tua voce, la tua voce improvvisa, sirena più acuta di ogni altra sirena, la tua voce a sopresa: ed è - il volo.

MARINA CVETAEVA FU A BERLINO NELL’ESTATE DEL 1922 E LI’ VISSE UNA STORIA D’AMORE POTENTISSIMA E NON RICAMBIATA CON ABRAM GRIGOREVIC VISNJAK, PROPRIETARIO DELLA CASA EDITRICE “HELIKON” CHE AVEVA PUBBLICATO SUE DUE RACCOLTE DI POESIE. LE LETTERE A LUI DEDICATE FURONO TRADOTTE IN FRANCESE DIECI ANNI DOPO DALLA POETESSA, INSIEME ALLA ‘LETTERA ALL’AMAZZONE’, SULL’AMORE SAFFICO PER NATALIE CLIFFORD BARNEY.AVEVO CON ME QUESTE LETTERE NELLO STORICO LOCALE ‘MAX AND MORITZ’ DI ORANIENSTRASSE In Kreuzberg, the evening of April 27, nearly full moon, when all this is' HAPPENED.

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